Laboratori

Parallelamente alla creazione di video ed installazioni, la nostra ricerca artistica si accompagna dello strumento laboratoriale, inteso come possibilità di creare momenti orizzontali di riflessione collettiva.

Crediamo nella condivisione delle idee e delle pratiche, nel potere creativo del gruppo di sovvertire lo stereotipo e la norma, nella potenza che si genera quando le esperienze individuali vengono collettivizzate, nella possibilità di stare bene insieme.

Pront* per dare nuova vita alla zitella che è in te?

Pront* a sovvertire gli stereotipi, i luoghi comuni, lo stigma sociale che accompagna le zitelle?

Pront* a dar voce alla tua indipendenza?

Se la tua riposta è affermativa, il laboratorio MEGLIO SOLE CHE MALE ACCOMPAGNATE è quello che fa per te! Insieme esploreremo la figura della zitella, analizzando e decostruendo gli stereotipi che da sempre accompagnano le donne che per motivi diversi hanno scelto di non sposarsi, avere figli o fidanzat*. Un viaggio collettivo alla riscoperta di se stess* e degli immaginari che cercano di rappresentarci.

Il laboratorio è inoltre finalizzato alla creazione di materiali artistici differenti (santini, filastrocche, poesie, immagini), da divulgare nello spazio pubblico o da usare individualmente.

A conclusione del laboratorio, le\i partecipanti sono invitat* a partecipare ad un sabba collettivo attraverso cui poter dare voce alle proprie esperienze, insicurezze o desideri…

Hai mai pensato che puoi fare la pipì in piedi?

In risposta a questa domanda molte amiche e donne cis a volte hanno storto la testa, arcuito il sopraciglio o ingobbito le labbra. Pisciare in piedi suscita sentimenti controversi: o ti stimola, o ti sembra un’inutile provocazione, un goffo tentativo di emulazione. Il richiamo al pene, all’immaginario maschile ed alla viralità si fa subito strada, al punto che ce chi pensa che il gesto voglia essere un’imitazione del Maschio, un voler raggiungere un privilegio che possedendo una vagina non ci è concesso. Opinioni rispettabili, ma per noi non è mai un gesto di emulazione in quanto atto concreto di liberazione!

Comodità, divertimento, generazione di ambiguità nello spazio pubblico, sovvertimento della norma e delle abitudini…l’utilizzo di Rino (il cono per fare pipì) diventa allora un momento di ulteriore superamento del potere del pene perchè seppur assumendo una posa che inevitabilmente rimanda al maschile ne trasformiamo il senso dandogli nuovi valori e significati.

Un dildo, una mutanda da uomo o un cono per fare pipì non sono deboli emulazioni di un pene o di una maschilità che non abbiamo e che non ci interessa avere ma semplici strumenti di liberazione attraverso cui rendere più piacevole il nostro quotidiano…perchè non provarci?

Un laboratorio incentrato sulla comunicazione della violenza di genere, per interrogarci su quanto, come donne, uomini o persone lgbtqi, ci rispecchi o meno.

Un laboratorio per risignificare la comunicazione mainstream creando messaggi ed immagini più creative e meno vittimistiche: modificare, sovvertire, riappropriarsi, trasformare, ampliare ciò che ci è dato pensare ed esplicitare ciò che ci è negato vedere.

Il laboratorio prevede, quindi, una prima parte che lavori, usando metodi creativi, sulla riscoperta degli immaginari personali, la loro interazione con i materiali mediali esistenti (dalle pubblicità/campagne istituzionali/azioni sul territorio) e di riflessione e condivisione della propria percezione/esperienza rispetto al tema.

In questo primo momento si cercherà di far emergere le criticità, i dubbi su alcune immagini, sugli approcci e i contenuti di quanto prodotto e di quanto percepito. Nella fase successiva, invece, si sovvertirà in modo creativo, positivo e propositivo le immagini, gli argomenti e gli slogan che non ci piacciono né rappresentano.

È possibile dedicare una parte del laboratorio alla creazione di nuovi contenuti (foto, video, grafica, testi) che vedranno protagonist*, in quanto autor* e attor*, chi ha partecipato al laboratorio.